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17 novembre 2008

Intervista al dg Fabiani

Reduce dal confronto di Serino, il direttore generale Angelo Fabiani dice: “Nel calcio costruire automatismi, meccanismi ed incarnare la filosofia societaria non è mai facile. Occorre tempo e spesso, in questo processo di crescita, si verificano passaggi negativi. Proprio sulle sconfitte e sugli errori commessi bisogna saper lavorare proficuamente prendendo il lato positivo delle critiche. Quelle costruttive, naturalmente”.
Il gruppo?
“E’ compatto, dispiaciuto per non aver raccolto finora quanto seminato e consapevole che esiste crisi di risultati, non certo di identità: a Brescia sconfitta ingiusta; a Treviso raggiunti due volte su azioni nate da palle inattive da una squadra la cui classifica è bugiarda; in casa con il Rimini siamo arrivati sei/sette volte a tu per tu con il portiere ed abbiamo perso solo a causa di un rigore dubbio concesso agli avversari. Ai calciatori non è addebitabile alcunché: la squadra è sempre alla ricerca del massimo risultato nonostante, man mano, siano venuti meno uomini importanti come Fava e Soligo ed altri non abbiano attraversato momenti di grande forma a causa di fastidiosi acciacchi (Turienzo e Peccarisi). E’ un periodo che ci gira male, comunque fisiologico per una squadra neopromossa composta da 6-7 undicesimi nuovi”.
Perché tanti infortuni?
“Il problema è la loro contemporaneità. Sia chiaro che essi non sono in alcun modo conducibili alla preparazione atletica, piuttosto a situazioni strutturali e, in alcuni casi, a patologie che nulla hanno a che vedere con allenamenti o traumi da gioco”.
Che tipo di preparazione atletica è stata impostata?
“E’ stata finalizzata a mantenere un livello costante di rendimento durante l’intera stagione. La Salernitana, tra Coppa e campionato, a maggio avrà collezionato 46 gare ufficiali. La preparazione è stata fatta bene: ad oggi nessun atleta granata è uscito dal campo per crampi. In altre squadre è successo. E’ invece naturale che una serie di impegni ravvicinati produca degli effetti anche atletici. Prendiamo il Napoli: nell’ultimo quarto d’ora a Bergamo era fermo sulle gambe”.
L’ambiente granata?
“Le grandi vittorie passano per grandi sconfitte. L’importante è avere la cultura dell’una e dell’altra”.
Come si esce da questa situazione?
“Con l’unità d’intenti premesso che nel calcio momenti del genere sono frequenti, basti analizzare quelli attraversati recentissimamente da Roma o Sampdoria, ma che di solito essi non snaturano programmazioni, filosofie societarie e programmazioni. Ad uno spogliatoio compatto sarebbe opportuno che si aggiungessero componenti esterne non umorali e disfattiste. Nei momenti di difficoltà escono allo scoperto coloro che non hanno a cuore le sorti della Salernitana, che non hanno fede granata. Di certo il mio plauso va a tutti i tifosi che, seppure delusi ed amareggiati, non hanno mai fatto mancare il loro indispensabile apporto. Sono il nostro punto fermo”.
Il presidente?
“Lui è il primo tifoso di questa squadra. Vorremmo regalargli sempre le soddisfazioni che si aspetta e che merita. Lo sentiamo vicino, non fa mai mancare il suo apporto”.
Sabato si gioca a Bergamo…
“Tappa importante nella rincorsa all’obiettivo di inizio stagione: la disputa di un campionato tranquillo. Questa squadra si riprenderà”.

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